RELAZIONI NECESSARIE

(QUIRK OF FATE)

con Aura Ghezzi, Martina Tinnirello, Tolja Djoković

drammaturgia e regia Tolja Djoković
scene e luci Francesco Cocco

produzione tostacarusa

con il sostegno di E Production, Re.Te Ospitale/Compagnia Teatrale Petra , Ex Asilo Filangieri e di U.D.I. Unione donne in Italia, MaTeMù Cies Onlus Centro giovani e Scuola d’arte, Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro

LA DRAMMATURGIA

Tre attrici si palleggiano le parti di un monologo, un racconto che evoca alcuni momenti rilevanti nel definire il rapporto tra la protagonista e le sue capacità, tra una donna e la conquista della sua autonomia. Organizzato per episodi, lo spettacolo intervalla momenti dialogici a momenti corali, in una dimensione di continuo movimento alla ricerca di una vibrazione continua. Dalla prima inspirazione alle candeline finali la performance è pensata come una nuotata di 45 minuti all’interno dei ricordi di una vita.

NOTE DI REGIA

Nel 2018 abbiamo incontrato L’arte della gioia di Goliarda Sapienza. Non potevamo mettere in scena il romanzo, ma potevamo chiederci che cosa volesse dire per noi avere, o tentare di avere, un’arte della gioia.

Da questa domanda nasce una drammaturgia originale che ha come punto di partenza la biografia delle attrici, il cortocircuito con il testo di Sapienza e l’indagine sul racconto in prima persona.

Il pubblico, seduto intorno ad una stanza-recinto fatta di semplici luci colorate, è invitato a osservare da vicino, molto vicino, i frammenti di una storia sui passaggi, le perdite e le conquiste nell’avventura che porta dall’infanzia all’età adulta.

Tre donne in scena prestano il corpo a una sola storia, evocando alcuni appuntamenti decisivi della loro vita, con il desiderio, con la disciplina, con l’amore, con la depressione, con il piacere e con un compleanno che sembra, ingannevole, la fine del mondo.

Questo racconto a tre voci appartiene a chi lo esegue: le attrici gestiscono tutti gli elementi della narrazione, compreso l’impianto audio e luci. Non è prevista una postazione di regia esterna, non ci sono quinte e tutto è a vista in questo dispositivo esposto allo sguardo di chi osserva e aperto: all’aggiunta di nuovi episodi, di nuove memorie, di nuovi particolari, in un’architettura che insegue l’andamento caotico della vita.

IL DISPOSITIVO SCENICO

Il dispositivo scenico riflette i temi che abbiamo tenuto del libro: la responsabilità del racconto in prima persona e la ricerca dell’autonomia. Non c’è regia esterna: tutto ciò che succede a livello di tecnica parte dalle attrici e si svolge nel ring di neon. Lo spazio scenico rimane allo stato grezzo: la stanza è la stanza di una ragazzina, ma anche di una donna, e di una vagabonda che dorme con un materasso per terra e senza lenzuola. Oggetti-simbolo tornano come ritornelli e producono effetti speciali analogici: vento, fiori, piume, ci sono fin dall’inizio e aumentano la loro intensità fino al finale. I costumi partecipano al dispositivo: sono allo stesso tempo tute da bagno, armature e body da ballo, uguali per tutte ma differenti su ogni corpo.