CANTIERE RISONANZE

Cantiere Risonanze è un premio nazionale destinato a spettacoli in fase di creazione, con l’obiettivo di accompagnare e sostenere il processo produttivo dall’idea progettuale al debutto. Ogni partner del network contribuisce all’iniziativa mettendo a disposizione dell’artista o della compagnia vincitrice una residenza creativa presso il proprio spazio, un debutto all’interno della propria programmazione (festival o teatro), un supporto economico e tutoraggio artistico e organizzativo. La premialità garantisce un percorso che rafforza il processo creativo e pre produttivo delle compagnie coinvolte. 

Elemento propulsore di Cantiere Risonanze è la volontà di sostenere e promuovere la creatività emergente italiana favorendo il ricambio generazionale e la sperimentazione.
Il successo professionale prevede la fallacità e l’errore, la crescita e la progressione passano attraverso la pratica, il tentativo, lo studio. Risonanze, credendo fortemente nell’importanza di concedere agli artisti e alle artiste delle nuove generazioni un tempo dilatato da dedicare alla ricerca, ha strutturato in quest’ottica le azioni di Cantiere Risonanze.

partner coinvoli

giornate di residenza

repliche garantite

Premio Cantiere Risonanze 2024/25

Coreografia: Alessandra e Roberta Indolfi
Performers: Eleonora Gambini, Alessandra Indolfi, Roberta Indolfi, Giuseppe Zagaria

NON HO CHIESTO (IO) DI VENIRE AL MONDO
Manifesto di resa

Non ho chiesto io di venire al mondo
È un urlo
Un bisbiglio
Un tentativo impacciato

Uno sguardo su cosa è vivere oggi per dei corpi poco più che ventenni
In un sistema che chiede di produrre
Corpi disobbedienti
che domandano autenticità.
Non ambiscono al futuro
vogliono stare
E vivere più intensamente possibile
In un mondo che va a ripetizione.

“Il successo non è altro che un fallimento vestito bene” – Stefania Andreoli

Non vogliamo ribadire l’ovvio in condizioni in cui l’ovvio è perso di vista, poiché è una missione impossibile quella di spiegare un dato di fatto; noi vogliamo agirlo, agire in concerto, collocarci con tutto il corpo, essere quella forma incarnata di contestazione contro questo mondo, questa società pressante che ti domanda cosa fai e non chi sei.

MOTIVAZIONE DEL PREMIO

Per la capacità di interpretare una condizione generazionale critica del nostro tempo, per il valore politico e la rappresentazione al di fuori della normatività. Non ho chiesto (io) di venire al mondo affronta in modo lucido e sensibile l’insostenibilità del presente. Il progetto restituisce, attraverso il linguaggio fisico, il punto di vista e la percezione di chi si affaccia alla vita adulta in un mondo disgregato. Facendosi megafono di un disagio generazionale, le performer costruiscono un dispositivo fatto di relazioni, mobili e permeabili, piene di vitalità. L’urgenza dimostrata dalle artiste nell’affrontare tale tematica e la sperimentazione di differenti linguaggi performativi contengono i limiti dettati dalla dimensione ancora embrionale della proposta, che potrà trovare nel percorso di residenze offerte dal premio il contesto adatto a chiarire il rapporto tra l’impianto concettuale del lavoro e la traduzione scenica. Nel catalogo di definizioni dell’essere che conclude lo studio, c’è spazio per tutti.tutte.tuttə: auspichiamo che il lavoro continui, durante la creazione, a tutelare intersezioni di umanità.

LA COMPAGNIA

Alessandra e Roberta Indolfi sono due giovani coreografe, danzatrici e performer originarie della Puglia. Iniziano la loro formazione artistica con il teatro fisico all’età di 14 anni, presso l’associazione “Allegra Brigata” nella loro città d’origine, Monopoli. Crescendo, arrichiscono il loro percorso partecipando a laboratori e workshop presenti sul territorio pugliese, dedicandosi allo studio di varie pratiche: combattimento scenico a mani nude, teatro d’oggetti e acrobatica. Importante nel loro percorso è l’incontro con l’attrice, vocal performer e musicista, Leonarda Saffi, con cui si formano per gli anni successivi. Nel 2019 iniziano il loro percorso di studi presso la Civica scuola di teatro Paolo Grassi, a Milano, come danzatrici. Durante il percorso accademico creano il loro primo progetto coreografico site-specific “Io. Tu. Io e te. Tu ed io. Noi. Loro. Noi e loro.”, con il quale iniziano dal 2020 in poi, ad esibirsi in vari festival italiani.
Attualmente stanno portando avanti la loro ricerca sul movimento, sia come coreografe che come interpreti. La loro poetica si esprime e manifesta attraverso molteplici canali, in base all’urgenza che porta con sè la scena stessa, attingono dal teatro, dalle arti visive, dalla danza, dalla performance art e dal cinema.